giovedì 23 aprile 2020

Indifferenza

Il coronavirus in poco più di due mesi ha distrutto tutte le nostre certezze, i nostri progetti a breve ed a lungo termine saltati in un baleno. Ma la cosa più importante che ci ha tolto è stata la possibilità di stare in compagnia dei parenti, degli amici, relazioni indispensabili per l'uomo, creatura legata indissolubilmente alla società in cui vive. Mancandoci questi rapporti, almeno per me è stato così, abbiamo capito meglio la loro importanza, ci mancano tanto: manca un abbraccio, una stretta di mano, il semplice fare due chiacchiere guardandosi negli occhi, un sorriso...
Questo stato, come capirete, ci rende simili a tutte quelle persone che quando il virus non c'era nessuno pensava, quelli che soffrivano la solitudine: gli anziani e i disabili che vivevano da soli,  quelli nelle case di riposo che nessuno andava a trovare, i poveri abbandonati a sé stessi e tutti i soli della nostra società. Di queste persone, dato che stiamo vivendo il loro stato, spero ci ricorderemo passata l'emergenza. Spero riusciremo a trovare il tempo di andarli a trovare, anteponendo loro ai nostri affari, ai nostri spesso sciocchi problemi; adesso non abbiamo davvero più scuse.
Se vogliamo imparare qualcosa da questa tragedia sono questi gli spunti su cui riflettere, spero che il covid riesca a sconfiggere l'altro virus che in questi tempi stava uccidendo la nostra società: quello che papa Francesco a definito globalizzazione dell'indifferenza.